Come sarebbe uscire dalla polarità?
Quale contributo potrebbe essere per te uscire da tutto ciò che hai definito, etichettato e dunque considerato non modificabile che ti trattiene in uno spazio di costrizione, nel non essere te?
Uscire dalla polarità significa liberarsi dai punti fissi che fino a ora hanno strutturato la tua vita.
Tutto quello che mostriamo nel mondo fisico è il frutto di un mare di sovrapposizioni, di idee, di considerazioni. E tutto questo fa parte del mondo del due. O meglio, tutto quello che abbiamo conosciuto fino a ora di come si regge, si costruisce, si mantiene la vita, è frutto della mente lineare, logica, che si muove per schemi.
Anche le più antiche discipline, che hanno una sapienza infinita a tal proposito, si basano sulla polarità del mondo fisico. Ed è vero, è verissimo quello che ci è stato tramandato, tanto che anche la scienza oramai conferma, certo, con altre terminologie e contributi, le medesime conoscenze.
Ma…
vogliamo fare il salto?
Per uscire dalla polarità serve andare oltre la conoscenza acquisita nei millenni, occorre riconoscere il mondo della fluidità, là dove ogni cosa è vera solo nel momento presente, né un istante prima, né dopo.
Viaggiare nelle onde significa liberare ogni condensazione per percepire e seguire il tocco magico dell’energia, quando nemmeno di tocco si parla. Scegliere, istante dopo istante, di seguire il sussurro che arriva dalla penombra di sé. Quel sussurro che molto spesso spaventa perché considerato un pericolo per una mente che ha necessità di classificazioni per esistere. O almeno così crede.
Come sarebbe uscire dalla necessità di dare cibo alla mente sensoriale, quella fatta di emozioni, sentimenti, sensazioni, per riconoscere la bellezza e la potenza di essere e vivere se stessi, in contatto con la propria intelligenza interiore e cioè in comunione col tutto?
E davvero, quando si viaggia in questo modo le considerazioni perdono di significato e danno spazio alla gioia e all’abbondanza che, in quanto esseri infiniti, siamo.
Come sarebbe, dunque, spandersi oltre ogni livello concepibile per riconoscersi come i creatori del nostro universo?
Come sarebbe viaggiare nelle onde per creare il proprio futuro?
Ciascuno proietta fuori da sé il proprio mondo interiore. E questa è una affermazione oramai riconosciuta in diversi ambiti. Quale migliore definizione di creazione possiamo essere e scegliere per essere la gioia espansiva che veramente siamo?
Se scegliamo di restare nel nostro piccolo mondo, fatto di immagini e sogni, va benissimo. E come sarebbe scegliere qualcosa di diverso?
Come sarebbe riconoscere che abbiamo il potere e la forza per cambiare qualsiasi cosa che non ci funziona?
Perché non si tratta di entrare nei massimi sistemi o nelle varie filosofie, che può pure essere gratificante e divertente. Si tratta di essere pragmatici e scegliere di sciogliere i nodi, scegliere di non allinearsi agli universi altrui.
Utopico? Fuori di testa? Forse. Ma è maledettamente reale quando si vive nell’attimo, quando si sceglie di vivere nel qui e ora o come lo si voglia dire. Perché dallo spazio del qui e ora non ci si imbottisce di false considerazioni, di falsi ricordi che portano a reiterare i movimenti.
Nello spazio del qui e ora si sceglie. Si sceglie in continuazione e, scelta dopo scelta, ci si muove nel flusso, nel mare eterno della consapevolezza, là dove ogni cosa è possibile.
Vuoi continuare a mettere freni o scegli di giocare al gioco della vita?
Perché, ti assicuro, è divertente. E...
dove c’è divertimento c’è gioia, c’è gratitudine, c’è abbondanza.